Molti degli scritti medici ed alchemici attribuiti ad Arnau, autentici oapocrifi, ebbero una grande diffusione attraverso la copia manoscritta durante il XIV e il XV secolo, secondo quanto dimostrato dall’elevato numero di esemplari conservati in biblioteche di tutta Europa. Con l’introduzione della stampa che segna l‘ingresso nell’età moderna, non diminuì la diffusione del corpus arnaldiano, anzi, numerose opere attribuite ad Arnau, autentiche o meno, furono stampate dal 1470 fino al 1800 in tutta Europa, da Siviglia a Cracovia, da Londra a Salerno.
- otto edizioni generali dal 1504 al 1586 che raccolgono più di sessanta opere in totale.
- Molti scritti furono stampati in edizioni speciali, antologie e volumi miscellanei medici ed alchemici.
- Furono pubblicate anche versioni in tedesco, inglese, spagnolo, francese, italiano e olandese.
Cos’è che giustifica questo successo nel rinascimento, un’epoca in cui la tendenza dominante era il ritorno ai classici? Si spiega con diversi fattori: la figura di Arnau era arrivata ad essere poliedrica per la sua leggenda e la varietà del vasto corpus di opere che gli venivano attribuite, in modo che le varie correnti della medicina e della filosofia naturale del rinascimento trovano quello che interessa a ciascuno. Il primo periodo di auge si verifica tra il 1480 e il 1520, corrispondente all’epoca nella quale la stampa si nutre in gran misura di materiali medievali. Ma nel caso di Arnau si avvicinano non solo i settori più conservatori ancorati al galenismo arabo-latino e legati soprattutto allo establishment universitario, che apprezzano particolarmente la sua medicina pratica, bensì anche medici e pensatori influenzati dal neoplatonismo come Marsilio Ficino o Agrippa von Nettesheim, attratti in particolare dall’aspetto esoterico ed empirico di una parte del corpus arnaldiano. Dall’altra parte, la traduzione nelle lingue vernacole guadagnava terreno, favorite dall’opera igienica arnaldiana, che si fa strada tra i lettori interessati alla cura della salute.
Dall’altra parte, gli indici inquisitoriali dei libri proibiti vietavano di pubblicare Arnau spirituale. Quindi, solo su territorio protestante si poteva stampare un’opera teologica sua, l’Interpretatio de visionibus in somniis, l’unica stampata in epoca moderna più volte tra il 1562 e il 1672. La falsità del clero è sottomessa a un’incisiva critica e si invoca la riforma della Chiesa. Per questo il teologo luterano Matthias Flacius Illyricus la incluse nel suo Catalogus testium veritatis, nella quale cercava precedenti della Riforma nel corso dei secoli, particolarmente le testimonianze che intaccavano la reputazione del papato.
Anche in ambito protestante, soprattutto durate la seconda metà del XVI secolo, si osserva una forte rivalutazione del corpus alchemico pseudoarnaldiano. Il ritorno del nome di Arnau si iscrive all’interno di un movimento con epicentro nelle tipografie di Basilea che cercano di divulgare il corpus alchemico medievale, come un complemento alla diffusione del paracelsismo dopo che lo stesso Paracelso era stato influenzato dal corpus attribuito ad Arnau e da altre autorità alchemiche medievali. È ironico il fatto che Arnau, difensore ad oltranza dell’introduzione di Galeno nell’Università, sia rivendicato nel rinascimento dagli empiristi, parecelsisti e iatrochimici come un precursore nella lotta contro il galensimo imperante all’interno delle università.