1. Introductio in librum Ioachim “De semine scripturarum” (“”Introduzione al libro di Gioacchino Sobre la llavor de les escriptures“, intorno al 1292): commento al trattato De semine scripturarum, che Arnau de Vilanova credeva scritto da Gioacchino da Fiore, ma che fu opera di un monaco di Michelberg (Bamberg) nei primi anni del XIII secolo. Il De semine scripturarum specula sul senso occulto della figura, potestas e ordo lettere dell’alfabeto.
  2. Allocutio super significatione nominis tetragrammaton (“Discorso sul significato del Tetragramma”, redatto a in castro Medulionis il 19 luglio 1292): applica i principi esegeti dell’opera precedente per decifrare il significato del tetragramma biblico (יהזה) e dei tetragrammi cristologici (i̅h̅s, x̅p̅s). Il tetragramma, ben letto, mostra che l’essenza di Dio è trinitaria.
  3. Alphabetum catholicorum sive de elementis catholicae fidei (“Alfabeto dei cattolici sugli elementi della fede cattolica”, tra il 1295 e il 1297): è un’opera dialogata di iniziazione alla vita cristiana, come lui la intende. La persona che domanda è l’iniziatore e chi risponde è l’iniziato. Dedicata al re Giacomo II, visto che serviva all’educazione dei suoi figli.
  4. Tractatus de prudentia catholicorum scolarium (“Trattato sulla prudenza degli scolari cattolici “, tra il 1295 e il 1297): come il precedente, anche questa opera è pedagogica. Arnau riflette sul senso dell’educazione cristiana nella vita di uno scolaro cattolico.
  5. Tractatus de tempore adventus Antichristi (“Trattato sul tempo della venuta dell’Anticristo “, in varie fasi, tra il 1297 e il 1300): questa è l’opera risultante del primitivo trattato (non conservato), divulgato alla Facoltà di Teologia di Parigi, De consummatione seculi), della risposta alle obiezioni sollevate dai teologi e di alcune aggiunte successive. Arnau, dopo aver interpretato Daniele XII, 11 e altri testi biblici (Actes I, 7; Mc XIII, 32) annuncia l’imminente venuta dell’Anticristo e della fine del mondo.
  6. Protestatio facta coram domino rege Francorum (“Protesta fatta davanti al re di Francia”, Parigi, 1300): scritto di lamentela presentata dal re per il modo come è stato trattato dalle autorità a partire dalla denuncia presentata contro di lui dai teologi.
  7. Appellatio ad apostolicam sedem contra cancellarium et collegium theologorum Parisiensium (“Appello alla Sede apostolica contro il cancelliere e il collegio dei teologi di Parigi”, Parigi, 12 ottobre 1300): si lamenta davanti al Papa del comportamento dei teologi di Parigi.
  8. Tractatus de mysterio cymbalorum ecclesiae (“Trattato sul mistero delle campane della Chiesa”, Sgurgola, estate 1301): Dopo i fatti di Parigi, dell’ammonimento di Bonifacio VIII e del divieto imposto dal Papa di scrivere nuovamente sullo stesso tema (imminente venuta dell’Anticristo e della fine del mondo), Arnau redige un nuovo trattato con identica tematica, ma con un altro stile, più accademico e meno polemico.
  9. Tractatus epistolarum christini (“Trattato delle lettere del piccolo Cristo”): raccolta delle seguenti epistole, con le quali trasmetteva il De mysterio a varie personalità o comunità religiose :
    9.1. Fratribus ordinis praedicatorum qui sunt Parisius (“Ai frati dell’ordine dei predicatori di Parigi”)
    9.2. Fratribus praedicatoribus Montispesulani (“Ai frati predicatori di Montpellier”)
    9.3. Fratribus minoribus Parisius (“Ai frati minori di Parigi”)
    9.4. Fratribus minoribus Montispesulani (“Als frares menors de Montpeller”)
    9.5. Abbati et conventui Sancti Victoris Parisius (“All’abate e il convento di San Vittore di Parigi”)
    9.6. Fratribus Vallis Magnae (“Ai fratelli di Vallmagna”)
    9.7. Dominis Auxitano et Burdegalensi (“Ai signori di Auch e di Bordeaux”)
    9.8. Angelo ecclesiae Valentinae (“All’angelo della chiesa di València”)
    9.9. Angelo Ebredunensis ecclesiae (“All’angelo della chiesa di Embrun”)
    9.10 Angelo Altissiodorensis ecclesiae (“All’angelo della chiesa di Auxerre”)
    9.11. Inclito domino regi Francorum (“All’illustre signore re di Francia”, 17 novembre 1301)
    9.12. Inclito domino regi Aragonum (“All’illustre signore di re di Aragona”)
  10. Philosophia catholica et divina (“Filosofia cattolica e divina”, estate 1302): con questa opera Arnau completa il messaggio apostolico. La Philosophia è un’arte per identificare i membri dell’Anticristo. Come i veri seguaci di Gesù Cristo si identificano con le sue virtù (giustizia, pazienza, povertà, castità), i membri dell’Anticristo si identificano con le virtù contrarie.
  11. Epistola nuncupatoria tractatus Philosophia catholica et divina ad Bonifacium VIII (“Lettera dedicatoria del trattato Filosofia catòlica i divina a Bonifacio VIII”, Nizza, 29 agosto 1302): lettera con la quale Arnau inviò il trattato precedente a Bonifacio VIII.
  12. Epistola nuncupatoria tractatus Philosophia catholica et divina ad Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinales (“Lettera dedicatoria del trattato Filosofia catòlica i divina ai cardinali della Santa Chiesa Romana”, Nizza, 29 agosto 1302): lettera con la quale Arnau invia la Philosophia catholica al Collegio dei Cardinali.
  13. Epistola nuncupatoria tractatus Philosophia catholica et divina ad Iacobum II (“Lettera dedicatoria del trattato Filosofia cattolica e divina a Giacomo II, dopo il 29 agosto 1302): lettera con la quale Arnau inviò la Philosophia catholica al re Giacomo II.
  14. Apologia de versutiis atque perversitatibus pseudotheologorum et religiosorum (“Apologia delle astuzie e perversità degli pseudoteologi e degli pseudoreligiosi”, Girona, fine 1302): è la risposta di Arnau ad alcuni teologi (principalmente di Giorona) che hanno attaccato le sue tesi apocalittiche. Difende la sua interpretazione di Daniele XII,11 e identifica i suoi avversari con i membri dell’Anticristo.
  15. Eulogium de notitia verorum et pseudoapostolorum (“Ragionamento sulla notizia dei veri e falsi apostoli”, Girona, fine 1302 – inizio 1303): Arnau spiega le caratteristiche dei falsi apostoli o predicatori, tra i quali si trova Bernat de Puigcercós, che aveva negato (facendo esegesi di 2 Tes II) la possibilità di conoscere la fine dei tempi. L’Eulogium fu letto al vescovo di Girona.
  16. Denuntiatio Gerundensis (“Denuncia di Girona”, Girona, fine 1302 – inizio 1303): Arnau de Vilanova denuncia al vescovo di Girona l’impugnazione che Bernat de Puigcercós ha fatto delle sue tesi e le rifiuta.
  17. Altera denuntiatio Gerundensis (“Seconda denuncia di Girona”, Girona, fine 1302 – inizio 1303): presentata pochi giorni dopo la prima, Arnau aggiunge in questa seconda denuncia nuovi fatti di Bernat de Puigcercós.
  18. Tertia denuntiatio Gerundensis (“Terza denuncia di Girona”, Girona, fine 1302 – inizio 1303). Il convento dei domenicani di Girona presenta una a quaerimonia contro Arnau. Lui replica con questa terza denuncia.
  19. Confessio Ilerdensis de spurcitiis pseudoreligiosorum (“Confessione di Lleida sulle perversità degli pseudoreligiosi”, Lleida, 1303): Arnau legge davanti al vescovo di Tarragona e ai vescovi e abati della Tarraconense una sintesi delle sue affermazioni sui falsi religiosi. Una parte abbastanza estesa dell’opera è dedicata ad esporre e commentare i segni che, secondo l’Oracolo angelico di Cirillo, anticipano la piena manifestazione dell’Anticristo.
  20. Denuntiatio prima facta Massiliae (“Prima denuncia fatta a Marsiglia”, Marsiglia, 10 febbraio 1304). I domenicani di Marsiglia attaccano in sermoni pubblici le tesi arnaldiane sulla conoscenza dei tempi della venuta dell’Anticristo: Arnau presenta al vescovo questa denuncia contro di loro.
  21. Gladius iugulans thomatistas (“Spada che decapita i tomisti”, Marsiglia, febbraio 1304). Informato da Jaume Blanc del libro che un domenicano aveva scritto contro le sue tesi, Arnau de Vilanova redige il Gladius per rispondere alle obiezioni dei suoi avversari, i thomatistae, ie allo stesso tempo attaccarlo. I tomisti, seguono Tommaso d’Aquino, si allontanano da Cristo e San Domenico. Arnau espone le tesi di Tommaso d’Aquino sui tempi finali e le confuta. In realtà, il metodo filosofico e teologico dei tomisti è un altro stratagemma dei membri dell’Anticristo. La parola “tomista” (thomatista) compare per la prima volta in questa opera. Arnau allega questo trattato alla denuncia precedente.
  22. Denuntiatio secunda facta Massiliae (“Seconda denuncia fatta a Marsiglia”, Marsiglia, 28 febbraio 1304). Quando Arnau ha potuto leggere personalmente l’opera della quale era stato informato da Jaume Blanc, redige una nuova opera, la Carpinatio, e presenta questa seconda denuncia al vescovo.
  23. Carpinatio poetriae theologi deviantis (“Florilegio poetico del teologo deviato”, Marsiglia, marzo 1304). L’obiettivo della Carpinatio non è confutare le posizioni del suo ancora sconosciuto avversario (Arnau lo fece già nel Gladius), bensì mostrare i “deliri” e le “deviazioni” del suo autore. Oltre ai temi strettamente apocalittici, ne appaiono anche altri, come da esempio, la corretta interpretazione della Glossa Ordinaria o il calciolo degli anni trascorsi dall’inizio del mondo. Questa opera è stata allegata alla denuncia precedente.
  24. Denuntiatio tertia facta Massiliae (“Terza denuncia fatta a Marsiglia”, Marsiglia, 14 marzo 1304). Quando Arnau de Vilanova ha potuto conoscere il nome del suo avversario, Joan Vigorós, lo denuncia al vescovo con questo scritto.
  25. Protestatio, praesentatio ac supplicatio Benedicto XI (“Protesta, presentazione e supplica a Benedetto XI”, Avignone, 2 giugno 1304). Arnau informa il nuovo Papa della persecuzione contro la sua persona da parte dei teologi professionisti e gli propone con un tono chiaramente profetico un programma per riformare la Chiesa.
  26. Protestatio facta Perusii coram domino camerario summi pontificis (“Protesta fatta a Perugia davanti al signore Camerario del sommo Pontefice”, Perugia, 18 luglio 1304). Morto Benedetto XI, quando il conclave dei cardinali era riunito per scegliere un nuovo Papa, Arnau de Vilanova si presenta e chiede la riprovazione della condanna di Bonifacio VIII contro alcuni dei frammenti di Arnau e presenta una collezione delle sue opere precedenti per farla esaminare da una commissione di teologi.
  27. Allocutio christini de hiis quae conveniunt homini secundum propriam dignitatem creaturae rationalis (“Allocuzione del piccolo Cristo su quelle cose che convengono all’uomo secondo la dignità propria della creatura razionale”, iniziata prima del 1302 e finita tra il 1304 e il 1305). L’opera era rivolta a Federico di Sicilia. Dopo una parte più teorica e speculativa sulle possibilità di conoscere Dio, sia per la Creazione che per la rivelazione della Bibbia, descrive le qualità che deve avere un principe cristiano.
  28. De esu carnium (“Sull’ingestione di carne”, forse nel 1304). Trattato medico-spirituale: Arnau de Vilanova giustifica la bontà della dieta vegetariana dei certosini con argomenti medici.
  29. Epistola ad Bremundum, dominum Montisferrarii (“Lettera a Bremon, signore di Montferrer”, prima dell’agosto 1305). Il destinatario della lettera chiese ad Arnau una ricetta per la vista. Arnau gli prescrive un collirio, ma gli consiglia anche di curarsi la “vista spirituale”.
  30. Epistola ad Bartholomaeam Montaneri (“Lettera a Bartomeua Montaner”, prima dell’agosto 1305). Arnau incoraggia la monaca Bartomeua Montaner a resistere alle avversità e superare le difficoltà.
  31. Dancia Jacobi II cum commento Arnaldi de Villanova (“Danza di Giacomo II con commento di Arnau de Vilanova”, testo latino e occitano) (intorno al 1305). Arnau commenta in latino un poema scritto da Giacomo II in occitano. Paragona la Chiesa a una nave che supera come può qualsiasi tipo di avversità.
  32. Antidotum contra venenum effusum per fratrem Martinum de Atheca, praedicatorem (“Antidoto contro il veleno propagato da frate Martín de Ateca, predicatore”, tra la fine del 1304 e l’estate del 1304). Arnau de Vilanova è riuscito a rimediare un trattato che Martín de Ateca scrisse contro gli scritti di Girona di Arnau (nº. 15-18). L’Antidotum segue lo stesso ordine dell’opera di Martín de Ateca, divisa in un prologo e dodici capitoli e vuole rendere evidenti le “deviazioni” del frate aragonese.
  33. Testamentum (“Testamento”, Barcellona, 20 luglio 1305). Costituisce come esecutori testamentari simul et singulariter Pere de Montmeló, Pere Jutge, Jaume des Pla e Ramon Conesa. Lascia i beni di Montpellier a sua moglie, i libri di teologia dovranno essere depositati nella certosa di Scala Dei. Le rendite di Valencia erano per sua figlia Maria. Il resto dei beni doveva essere donato ai poveri, eccetto una parte riservata alla redenzione dei captivi.
  34. Praesentatio facta Burdegaliae coram domino summo pontifice Clemente V (“Presentazione fatta a Bordeaux davanti al signore sommo pontefice Clemente V”, Bordeaux, 24 agosto 1305). Ora che la “clemenza divina” è abbondante, Arnau de Vilanova reitera al nuovo pontefice le proteste e le richieste precedenti. Arnau sposa le sue tesi escatologiche, elenca le sue opere spirituali e chiede al Papa di esaminarle. Il Papa riserva alla Santa Sede l’esame e il giudizio di queste opere.
  35. Epistola ad gerentes zonam pelliceam (“Lettere a coloro che indossano la cintura di pelle”, tra l’autunno del 1307 e aprile del 1309): qualsiasi persona spirituale deve imitare le quattro virtù cardinali di Cristo: povertà, umiltà, carità, castità. Inoltre risponde a due questioni più specifiche: la necessità di accettare l’autorità dell’Inquisitore e il rifiuto a utilizzare un nuovo abito religioso (la zona pellicea o cintura). L’opera è legata alla situazione dello spirituale Guiard de Cressonessart (e forse anche con Marguerite Porrette).
  36. Epistola ad Clementem papam V, de Templariis (“Lettera al Papa Clemente V, sui Templari”, prima del 19 febbraio 1308). Arnau dà al Papa la sua opinione sul tema dei templari: il tempo degli ordini militari è finito.
  37. Epistola ad Iacobum regem II, de Templariis (“Lettera al re Giacomo II, sui Templari”, Marsiglia, 19 febbraio 1308). Cf. Nº. 34.
  38. Interpretatio de visionibus in somniis dominorum Iacobi secundi regis Aragonum et Friderici tertii regis Siciliae eius fratris (“Interpretazione delle visioni nei sogni dei signori Giacomo II re d’Aragona e Federico III re di Sicilia, suo fratello, estate del 1309). L’opera, redatta sotto forma di dialogo storico tra i personaggi, interpreta i sogni dei re Giacomo II e Federico di Sicilia. Questi re sono stati scelti da Dio per portare a termine una riforma della Cristianità. Questa opera costituirà il nucleo del Raonament d’Avinyó.
  39. Epistola ad Iacobum regem II, de titulo regali Frederici (“Lettera al re Giacomo II, sul titolo reale di Federico”), Messina, 9 gennaio 1310). Lettera breve, Arnau invia al re una ricetta, e gli spiega alcune formalità che ha espletato relativamente al titolo di Re di Gerusalemme.
  40. Constituciones Regni Trinacriae (“Costituzioni del Regno di Trinacria”, ispirate ad Arnau de Villanova, autunno 1310). Queste Costituzioni non sono sicuramente opera di Arnau, ma alcuni dei suoi articoli sono ispirati alle proposte dell’Informació espiritual.
Tetragrammaton
Illustrazione: Diagramma di Tetragramma-Trinità di Pedro Alfonso (s. XII) trascritta come “JEVE”, f. 153v, ms. E.4 biblioteca di St John’s College, Cambridge University. Origine: Wikimedia.