I commenti di Arnau provengono dalla sua attività di docente a Montpellier, poiché i corsi medievali consistevano nel leggere e commentare l’opera di un’autorità (lectio), a partire dalla quale il professore sollevava e rispondeva a questioni (quaestiones). I suoi commenti dimostrano che si concentrò sui testi tradizionali dell’istruzione medica (Ippocrate) ma introdusse anche altri innovativi. Infatti, anche di Galeno inizia commentando opere molto conosciute nell’Europa latina: il Tegni e il commento all’ippocratico Regimen acutorum morborum, oggi perduti, ma più avanti la sua attenzione si rivolge soprattutto alle opere essenziali del nuovo Galeno, come il De ingenio sanitatis, il De morbo et accidenti e il De malicia complexionis diverse. Dei tre l’unico che si può affermare con certezza che sia stato conservato, è l’ultimo. Dobbiamo la conservazione di alcuni dei suoi commenti ai copisti, probabilmente studenti, che li trascrissero e li misero in circolazione, visto che Arnau era restio a renderli pubblici.

  1. Repetitio super Vita brevis (1301): il primo aforisma di Ippocrate, che inizia Ars longa, vita brevis (L’arte è lunga, la vita breve), è solo il punto di partenza di un’esposizione personale per difendere l’idea che l’esperienza medica deve essere verificata con la ragione e le autorità per poter aumentare le conoscenze ricevute con i risultati della propria ricerca. Presenta tutti i rischi derivanti dall’essere una serie di lezioni raccolte, senza un controllo finale, da un anonimo redattore che si autodenomina ego scriptor.
  2. Tabula super Vita brevis (“Tavola su ‘La vita breve'”), anche sul primo aforisma di Ippocrate, è una guida semplice e utilissima sulla diagnosi e la cura del paziente.
  3. Expositio super isto amphorismo Ypocratis: in morbis minus… Il commento all’aforisma 34 (della seconda sezione) riprende quanto fatto da Galeno, “il primo che eliminò l’ambiguità e chiarì l’intenzione delle parole di Ippocrate”.
  4. Commentum super tractatum Galieni “De malitia complexionis diversae” (tra il 1292 e il 1295), il commento al trattato di Galeno sulla complessione patologica squilibrata serve ad Arnau per introdurre ai suoi studenti il concetto di complessione patologica, un aspetto centrale del galenismo. A partire da questa nozione si allarga al metodo curativo come un’applicazione pratica per i futuri medici esemplificandolo con l’ascesso caldo (infiammazione), come processo localizzato, e la febbre, come processo generale.
  5. Commentum super De morbo et accidenti: Risulta che commentò quest’opera di Galeno sulle malattie e sintomi nei suoi primi anni di insegnamento a Montpellier, ed è stata conservata una copia di un commento attribuito ad Arnau. Tuttavia l’analisi del contenuto non ha permesso al momento di avere la certezza della sua autenticità o che non sia stato rielaborato da un altro maestro di Montpellier.
Illustrazione: nell’iniziale del Vita brevis, ars vero longa, un professore comentando gli Aforismes d’Ipocrate, Isagoge, NLM, HMD Collection, MS E 78, fol. 15b. Origine: Wikimedia.