Il Tractatus de amore heroico (“Trattato sull’amore eroico”), l’opera più antica conosciuta di Arnau, nasce come un’epistola che manda in risposta a un amico sardo. Si tratta della prima monografia medica dedicata al mal d’amore. L’autore definisce l’amore “eroico” o passionale non come una malattia ma come un indicente, un’alterazione della facoltà estimativa, provocata da un riscaldamento degli spiriti, che induce l’innamorato a credere ingannevolmente che la persona amata sia superiore alle altre. Dopo aver spiegato le cause della malattia, espone i segnali che permettono la sua diagnosi e la modalità di trattamento prima che si trasformi in malinconia e mania, con il conseguente rischio di morte.
Epistola de reprobatione nigromanticae fictionis (“Epistola sulla disapprovazione dell’invenzione negromantica”), anche conosciuta come De improbatione maleficiorum, è un’epistola rivolta al vescovo di Valencia, molto probabilmente Jaspert de Botonac (1276-1288). È il nucleo di un’argomentazione scolastica nel quale Arnau, da una prospettiva filosofico-naturale, denuncia la negromanzia negando il suo principio fondamentale: la capacità del negromante di forzare uno spirito o demonio affinché esegua la sua volontà di conoscere fatti occulti o futuri o compiere i suoi desideri. L’autore cerca di dimostrare che non esiste il potere naturale o sovrannaturale alla portata dei negromanti per dominare gli spiriti. L’ultima parte dell’epistola prende un orientamento medico e arriva alla conclusione che quelli che vedono la negromanzia come una conoscenza razionale dimostrano di essere malati mentali affetti da malinconia.
Tractatus de intentione medicorum (“Trattato sull’intenzione dei medici”) apparentemente è la più antica delle opere scritte a Montpellier conservate, scritta all’inizio del 1290. La prima parte spiega come la verità filosofica e la verità medica possono conciliarsi. La seconda presenta quattro questioni nelle quali Aristotele e Galeno discrepano apparentemente: la supremazia del cuore sul resto degli organi, lo stato neutro tra malattie e salute e la natura dell’anima. La conclusione è che la verità filosofica e la verità medica non devono necessariamente coincidere, ma che non sono contraddittorie, poiché l’interesse del medico è cercare la massima efficacia della pratica della medicina, mentre i filosofi esplorano la natura intrinseca degli aspetti che studiano.
Tractatus de humido radicali (“Trattato sull’umidità radicale”) lo stesso Arnau la considera un’opera non propriamente medica. In effetti, nonostante il tema possa avere un’applicazione medica, l’approccio dell’autore è più ascrivibile alla filosofia naturale. Secondo quanto dichiarato nella prefazione, Arnau la scrisse con la finalità di chiarire ai suoi colleghi le conclusioni che, a suo giudizio, certi filosofi diffondevano su tale concetto. La struttura risponde a tale intenzione polemica, poiché le due parti che compongono il trattato lasciano intravedere la sua probabile origine in due quaestiones disputatae, come viene denominato il genere scolastico che veicolava le discussioni pubbliche su problemi determinati nell’ambito dell’insegnamento universitario. La prima parte definisce il concetto formulato da Avicenna dell’umidità radicale, un fluido impercettibile, sparso per tutto il corpo, alla base del calore innato e della vita organica. Inoltre ne esplora l’origine: proviene dallo sperma che ha concepito l’essere ma si restaura grazie al processo di nutrizione. La seconda parte dibatte sul fatto se sia possibile rigenerarlo. La conclusione è che l’umidità radicale è rigenerabile fino a un certo limite, oltre al quale la medicina non può allungare la vita umana, anche se può contribuire a raggiungere il suo massimo.
De considerationibus operis medicinae (“Sulle considerazioni della pratica medica”), redatto tra il 1298 e il 1300, inizia con un prologo dedicato a Gosinus di Colonia e al Principe Ferdinando, figlio di Giacomo II di Maiorca, Arnau espone con chiarezza la dottrina dell’indicazione terapeutica di Galeno, a partire dalla quale passa alla pratica utilizzando in tutto il trattato l’esempio della flebotomia. Contro l’applicazione meccanica e basata sui dati particolari, proprio della medicina empirica, l’autore consiglia di ricorrere allo studio razionale dell’arte medica, sostenuto dalle regole universitarie, come base per valutare quale sia la terapia valida in un individuo, prendendo in considerazione tutte le circostanze relative al paziente.
De dosi tyriacalium medicinarum(“Sulla dose del preparato della triaca”) è un breve scritto nel quale si confronta nuovamente con Averroè –e anche con Avicenna– spiegando l’affermazione di Galeano che la natura di un antidoto è intermedia tra il veleno e il corpo affetto. Solo alla fine parla del dosaggio della triaca, il medicinale più apprezzato nella farmacopea galenista, composto da un gran numero di ingredienti e che veniva utilizzato come antidoto e rimedio contro vari veleni. L’efficacia della triaca contro i veleni si basa sulle proprietà occulte, cui forza non può essere determinata dall’esperienza. Pertanto, è necessario ricorrere all’esperienza per indovinare il dosaggio minimo che abbia effetto.
Speculum medicinae (“Specchio della medicina”, c. 1308) è l’opera che ha coronato la carriera di Arnau come scrittore di medicina. Seguendo l’ordine della Isagoge di Joannici Ioannitius, una breve opera introduttiva tradizionalmente utilizzata per l’istruzione medica, rappresenta una sintesi della teoria galenista. La finalità di Arnau era di offrire una raccolta sistematica dei principi generali dell’arte medica che servisse da introduzione. Nei primi capitoli si riassumono gli elementi basilari che costituiscono l’organismo umano e i fattori esterni che lo riguardano. A seguire ripassa le nozioni fondamentali sulla salute e la malattia e procede a classificare le malattie. Dopodiché tratta i segnali che permetto al medico di stabilire una diagnosi. Segue un’estesa farmacologia generale e conclude con l’influenza delle emozioni sull’organismo. Nonostante l’orientamento generalista, mostra gli interessi che durante tutta la sua carriera hanno affascinato il maestro Arnau, come lo strumentalismo medico e la teoria delle complessioni.
Compilatio de conceptione: 24. (“Raccolta sul concepimento”): è semplicemente una sintesi schematica personale in cui sono riportate le possibili cause della sterilità maschile e femminile, a mo’ di guida per la diagnosi. L’introduzione spiega brevemente la struttura di questo schema e il modo di usarlo.